(Ref.:ERI/MSP/NO/16/8517)          29/11/2016

 

Signore, Signori,

 

         A nome del Direttore Generale, confermo ricevuta della vostra lettera del 30 Ottobre 2016 relativa alla 200° sessione del Comitato Esecutivo UNESCO e alla 40° sessione del Comitato per il Patrimonio Mondiale.

Permettetemi di ricordare che le decisioni del Comitato Esecutivo UNESCO, come pure quelle del Comitato per il Patrimonio Mondiale sono adottate dagli stati membri dell’organizzazione e non dal suo Direttore Generale. Nella sua funzione il Direttore Generale ha emesso il 14 Ottobre scorso un comunicato sulla Città Vecchia di Gerusalemme e le sue mura. Per vostra informazione, troverete allegata una copia della dichiarazione.

UNESCO rimane completamente impegnato nella sua missione di assicurare che il patrimonio culturale, incluso il retaggio religioso, sia preservato e accessibile a tutti, di attenuare le tensioni e incrementare la fiducia sulla base del rispetto e della conoscenza della storia.

Il Direttore Generale continuerà ad appellarsi a tutti gli stati membri e partner di UNESCO per promuovere fiducia e dialogo costruttivo nello spirito che ha sempre guidato l’organizzazione.

 

 

      Eric Falt

Dichiarazione del Direttore Generale di UNESCO sulla Città Vecchia di Gerusalemme e le sue mura, un sito di Bene Mondiale UNESCO

Parigi 14 Ottobre –    “Come ho dichiarato in molte occasioni, e più recentemente durante la 40° sessione del Comitato dei Beni Mondiali, Gerusalemme è la città sacra delle tra religioni monoteiste – Ebraismo, Cristianità ed Islam. E’ in riconoscimento di questa eccezionalità e di questa coesistenza culturale e religiosa che è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.

Il patrimonio di Gerusalemme è indivisibile e ciascuna delle sue comunità ha diritto al riconoscimento esplicito della sua storia e della relazione con la città. Negare, nascondere o cancellare anche una delle tradizioni Ebraica, Cristiana e Mussulmana mina l’integrità del sito e segue una direzione contraria alle ragioni che giustificano la sua iscrizione nella lista del Patrimonio Mondale UNESCO.

In nessun altro luogo se non a Gerusalemme il patrimonio  e le tradizioni ebraiche, cristiane e mussulmane condividono lo spazio e si intrecciano al punto che si sostengono l’una con l’altra. Queste tradizioni culturali e spirituali si fondano su testi e riferimenti noti a tutti, che sono una parte intrinseca delle identità e della storia dei popoli. Nella Torah Gerusalemme è la capitale di Re David, dove Salomone ha costruito il Tempio e ha riposto l’Arca dell’Alleanza. Nella Bibbia Gerusalemme è la città della passione e resurrezione di Gesù Cristo. Nel Corano Gerusalemme è la terza tra le città più sante dell’Islam, dove Muhammad arrivò dopo il suo viaggio notturno dalla moschea Al Haram (Mecca) ad Al Aqsa.

In questo microcosmo di diversità spirituale dell’umanità, popoli diversi venerano gli stessi luoghi, qualche volta sotto nomi differente. Il riconoscimento, uso e rispetto per questi nomi è di primaria importanza. La Moschea Al Aqsa/Al-Haram al-Sharif, il sacro tempio dei Mussulmani, è anche Har HaBayit – o Monte del Tempio – il cui Muro Occidentale è il luogo più sacro dell’Ebraismo, a pochi passi di distanza dal Santo Sepolcro e dal Monte degli Olivi  venerato dei Cristiani.

L’eccezionale valore universale della Città e la ragione per cui è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondale UNESCO sta in questa sintesi che è un appello al dialogo non allo scontro. Abbiamo la responsabilità collettiva di rafforzare questa coesistenza cultural e religiosa con la forza degli atti e anche con il potere delle parole. Il requisito più forte che mai è quello di superare le divisioni che danneggiano il carattere multi-religioso della Città Vecchia.

Quando queste divisioni proseguono all'interno dell’UNESCO, un’organizzazione dedicata al dialogo e alla pace, ci impediscono di proseguire la nostra missione. E’ responsabilità dell’UNESCO promuovere questo spirito di tolleranza a rispetto per la storia, e questa è la mia assoluta determinazione giornaliera come Direttore Generale con tutti gli stati membri. Sono impegnata in questo in ogni circostanza perché questa è la nostra raison d’être – ricordare che siamo una sola umanità e che la tolleranza è l’unica retta via in un mondo di diversità.

Ben Gurion - Herzl
Ben Gurion - Herzl

Se lo volete, non è una favola!   (T. Herzl 1860-1904)

 

 

 

 

 

 

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